di Lorita Puccetti
Studio elaborato dalla Fondazione Tor Vergata per il Ministero del Turismo
Nel 2023, il settore turistico italiano ha registrato una spesa complessiva record di 155 miliardi di euro.
Un impatto che si traduce in un incremento totale di circa 368 miliardi di euro di valore aggiunto, corrispondenti a quasi il 18% del PIL, considerando il valore economico generato direttamente e indirettamente, con rilevanti effetti indotti negli investimenti e nell’occupazione.
Il dato del contributo del 18% del PIL attribuito al settore turistico in Italia è una stima dell’impatto del turismo sull’economia e della crescita economica del turismo basata sui dati del 2023 forniti dalla Banca d’Italia.
Di tale valore, il 7,8% costituiscono effetti diretti, generati dalle spese turistiche in beni e servizi direttamente collegati, il 3,8% sono effetti indiretti e indotti (compresi gli investimenti) che partono dal turismo e si estendono al PIL, coinvolgendo attività correlate e catene di fornitura della filiera turistica, il 6,6 % sono effetti indiretti che derivano dalla crescita economica generale e influenzano positivamente il settore turistico, grazie a maggiori investimenti, sviluppo infrastrutturale e aumento della capacità di spesa.
Il valore del 18% rappresenta quindi un indicatore composito, che include l’impatto complessivo del turismo sull’economia italiana, considerando sia gli effetti diretti che indiretti lungo l’intera filiera del turismo. La stima comprende i servizi (come ospitalità, ristorazione e trasporti) e la componente industriale correlata, abbracciando anche segmenti specifici come il turismo d’affari e il crescente turismo locale emerso nel periodo post-Covid.
- Questo valore del 18% riflette anche gli effetti bilaterali tra turismo e crescita economica, in cui non solo il turismo contribuisce alla crescita del PIL, ma la crescita economica a sua volta alimenta e amplifica il settore turistico
- Nello specifico, il turismo si rivela fonte di un forte effetto moltiplicatore economico, sia per la crescita del valore aggiunto che per l’occupazione:
o la spesa turistica nazionale ha un effetto moltiplicatore di 2,5, generando un valore aggiunto complessivo di 250 miliardi di euro, pari al 12% del PIL;
o la spesa turistica internazionale ha un effetto moltiplicatore di 1,65 sul valore aggiunto, determinando un aumento pari al 6% del PIL, minore rispetto a quello generato dalla spesa nazionale, ma altrettanto significativo;
o inoltre, la spesa turistica nazionale e internazionale genera o supporta circa 50 posti di lavoro per ogni milione di euro speso.
- Sebbe nel’80,8% dei 447 milioni di presenze si concentri al Centro-Nord, area in cui il turismo ha un peso assoluto maggiore, la sua funzione di traino dell’economia è maggiore nel Mezzogiorno: nel Sud Italia, infatti, il turismo riveste un ruolo fondamentale come driver di crescita tanto che, a fronte di una spesa che rappresenta il 20% delle presenze totali, al Sud si registra un incremento di valore aggiunto, interamente attribuibile all’effetto della crescita del turismo, pari a circa il 15% del PIL.
- La maggiore capacità di spesa dei residenti italiani ha ampliato il turismo interno: nel 2023, i turisti domestici hanno speso circa 103,4 miliardi di euro, investendo in aree precedentemente trascurate, come i borghi storici e le zone interne.